a cura di Claudio Sisto (fonti DAN)
“Non esiste il diabetico, ma esiste il/la subacqueo/a con il diabete”
Nel 1996, un workshop della Underwater Hyperbaric Medical Society , intitolato “Some Diabetics are fit to dive, but who?” aveva posto dei punti fermi:
-il subacqueo diabetico va incontro al rischio di convulsioni e perdita di coscienza che potrebbero comportare l'annegamento ed un rischio aggiuntivo del compagno di immersione;
-non tutti i malati di diabete possono essere considerati incondizionatamente idonei alle attività subacquea;
-un'immersione non è controindicata se le persone con diabete rispettano particolari norme e procedure, effettuando controlli periodici delle complicanze correlate ala diabete e sono capaci di non confondere l'ipoglicemia con la narcosi da azoto.
Una statistica raccolta dal DAN nel quinquennio 1989-1994, ha stabilito che la percentuale di incedenti subacquei nella popolazione diabetica su 2400 casi di MDD, solo 8 avevano interessato subacquei diabetici.
Nel 1996 il DAN aveva avviato uno studio specifico per la valutazione dei rischi durante un immersione per un diabetico. Lo studio si è basato sulla diffusione di un questionari specifici e su rilevamenti presi sul campo. Nel 2005 si teneva a Durham il workshop organizzato dalla DAN assieme all'UHMS “Diabetics e Diving: Guidelines for the future” durante il quale vennero stilate le prime linee guida.
Mentre nel 2004 presso l'Ospedale di Niguarda a Milano nasceva il progetto “Diabete Sommerso” sempre in collaborazione con il DAN e con il sostegno della Associazione Diabetici della Provincia di Milano.

Lo scopo del progetto fu quello di avvicinare la pratica delle immersioni con autorespiratore ARA, in massima sicurezza a giovani ed adulti affetti dal Diabete Mellito. Nella fase iniziale del progetto si era proposto di portare un gruppo di giovani diabetici di tipo 1 al conseguimento del brevetto sub OWD.
L'obiettivo fu raggiunto con successo pieno, effettuando il corso con i criteri di una nota didattica subacquea internazionale, integrando moduli aggiuntivi teorico-pratici mirati alla fisiologia dell'esercizio fisico, adattamento terapeutico, problemi specifici per il soggetto diabetico.
Il progetto “Diabete Sommerso” ha raggiunto moltissimi risultati e molta più consapevolezza, basati sulla ricerca su campo e non solo su questionari retrospettivi.
Un aspetto peculiare molto importante è stato introdurre un DEVICE (dispositivo) che consente il monitoraggio continuo della glicemia interstiziale sott'acqua.
L'utilizzazione di dispositivi che monitorizzano continuamente e ripetutamente la glicemia durante l'immersione, aiutano a verificare quali possono essere considerati i soggetti più a rischio indipendentemente dall'immersione, nell'ambito di una comune patologia.
Il 66 % dei subacquei monitorati ha avuto bisogno di supplemento di carboidrati o insulina nel periodo dell'immersione, mentre modesta è risultata la riduzione della glicemia.
In sostanza quindi il diabetico deve partire “carico” prima di immergersi, altrimenti il modesto abbassamento glicemico diventa pericoloso, inoltre il subacqueo diabetico deve essere messo a conoscenza che se il suo valore va sotto il 70% di glicemia durante il monitoraggio costante è a rischio.
“Non esiste il diabetico, ma esiste il/la subacqueo/a con il diabete”.
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