Fondazione Cetacea trasforma il delfinario di Rimini in un luogo di cura

17 ottobre 2022 - Ambiente - Commento -

Articolo di Marta Bello, immagini di Fondazione Cetacea

Raccontiamo nuovamente di "Fondazione Cetacea che si occupa di salvare, recuperare e riabilitare le tartarughe marine nell'Alto Adriatico", degli ultimi ritrovamenti di tartarughe pescate accidentalmente e del loro progetto per l'ex-delfinario di Rimini.


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Ph: Matteo Filippini


Cosa vuol dire che vengono "Pescate accidentalmente"? significa che l'obiettivo dei pescatori non è diretto alle tartarughe, ma solitamente a pesci destinati (ancora) al consumo alimentare. Un semplice esempio può essere quello dei tonni: la domanda del mercato è così alta che sono necessari pescherecci enormi, spesso a strascico, per pescare un numero di individui in linea alla domanda di mercato. A quel punto diventa impossibile discernere ciò che viene pescato: tutto viene tirato su dalla rete e vi sono anche molte altre specie, come cavallucci marini, tartarughe e altri animali marini che sono "pesca di scarto".

Le volontarie ci raccontano diverse storie di tartarughe salvate: Alba, Laura e Cohiba.

"Gli ultimi ritrovamenti riguardano tartarughe pescate accidentalmente a strascico, per esempio Alba arrivata la scorsa settimana dopo una cattura accidentale in una rete a Cesenatico. Ho un'informazione interessante, cioè che stiamo facendo la sperimentazione del Turtle Excluder Device, un dispositivo che si applica alle reti proprio per evitare queste catture. 

Le mie colleghe salgono sui pescherecci per la sperimentazione, per battute di pesca della durate di diverse ore. 

Questa sperimentazione è all'interno di un progetto Europeo che si chiama Life Med Turtles che prevede azioni di questo tipo in diversi paesi del Mediterraneo. Lo scopo è ridurre i decessi di tartarughe per bycatch, ovvero le catture accidentali."


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Una foto di Laura


Qual è la storia di Laura? Viene chiamato il "caso del cuore".

"Laura è arrivata presso il nostro CTRM l’8 marzo 2022, ed è stata ritrovata spiaggiata per ipotermia a Misano Adriatico. 

All’arrivo misurava 20 cm di carapace e pesava 860 gr. Nonostante diversi mesi da noi, ancora oggi presenta difficoltà motorie, probabilmente dovute a danni neurologici, per le quali sta seguendo un percorso di fisioterapia e riabilitazione. Tutti i giorni viene stimolata manualmente attraverso esercizi di fisioterapia, massaggi e segue anche un percorso in un centro fisiatrico per animali."

Incredibile è l'impegno del Centro non soltanto per il salvataggio, ma per il percorso di riabilitazione delle tartarughe, le quali, ci si augura, possano tornare in mare al più presto.

La terza storia di oggi è di Cohiba.


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"Dopo l’esperienza fatta nella caletta di Baia Flaminia (Pesaro) lo scorso anno con la tartaruga Carolina, anch’essa divenuta cieca a causa di un’infezione e riabilitata al mare in un mese di presenza in Baia, i responsabili del Centro di Torre Guaceto avevano contattato Fondazione Cetacea per proporci di ripetere l’esperienza con Cohiba. 

Abbiamo accettato di buon grado e il 6 giugno Cohiba veniva trasportata al CRTM Di Riccione, dove abbiamo valutato la sua situazione attraverso indagini veterinarie a tutto campo. Venivano confermate tutte le indagini effettuate a Torre Guaceto. 

Così, dopo un breve periodo di riabilitazione motoria abbiamo deciso di trasferirla a Pesaro il 12 luglio. 

Qui abbiamo notato un totale cambiamento della sua attività in acqua. Cominciava a nuotare in acqua alta, a effettuare lunghe apnee alternate a brevi periodi di emersione per respirare. Monitorata tutti i giorni attraverso un controllo visivo dalla torretta, Cohiba dimostrava continui progressi nell’autonomia in mare.

Ad inizio agosto abbiamo deciso di lasciarla libera."


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Qual è l'obiettivo di Fondazione Cetacea? 

"Ridare un nuovo e nobile scopo alla struttura dell’ex Delfinario, edificio iconico ma abbandonato e in degrado, collocato nel punto in cui il porto canale e il lungomare si incontrano, cuore pulsante della Rimini balneare" raccontano sul sito della loro campagna.

Immaginiamo uno spazio multidisciplinare, sinergico e attivo nella preservazione dell’ambiente, con una particolare attenzione al mondo marino. 
All’interno della struttura prenderanno vita un ambulatorio veterinario all’avanguardia, un’area di stabulazione delle tartarughe ricoverate, una base nautica in collaborazione con il Club Nautico Rimini, e un museo multimediale con accesso al pubblico e con un’importante vocazione all’educazione ambientale di grandi e piccini."

L'obiettivo è trasformare lo spazio dell'ex delfinario non solo in un nuovo ospedale delle tartarughe, ma in un polo di studio, progettazione e educazione legato alle tematiche "marine".


Link alla campagna per la quale è stato lanciato il crowdfunding: Un nuovo ospedale per le tartarughe marine


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