di Valentina Cornacchione, fotografie del Centro Studi Cetacei
Per la salvaguardia dei cetacei nei nostri mari
Venerdì 1 ottobre il Centro Studi Cetacei ha rilevato spiaggiamenti di cetacei e tartarughe che riportavano evidenti segni di interazione con attività umane. Il primo intervento li ha portati nuovamente sulla spiaggia della Riserva Naturale Regionale del Borsacchio, Roseto di Abruzzo, dove circa una settimana fa un tursiope si era spiaggiato facendo rilevare una serie di evidenti prove di interazione con la pesca. Anche in questo caso la pinna caudale era legata con una cima mediante il nodo a Bocca di Lupo, un particolare che ha fatto escludere agli esperti che l'animale si fosse impigliato accidentalmente. Si aspettano le risultanze dell'esame necroscopico a cura dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale Abruzzo e Molise “G. Caporale” di Teramo, attore, insieme al Centro Studi Cetacei, della Rete Regionale abruzzese per gli Spiaggiamenti con Capitanerie di Porto e Servizi Veterinari.


Durante l'esecuzione dei rilievi sul tursiope il Centro Studi Cetacei è stato contattato dalla Riserva Naturale Punta Aderci – Vasto, dove si era spiaggiato un individuo sub-adulto di Caretta caretta con una profonda frattura del cranio quasi certamente da ascrivere all'impatto con un con l'elica di un natante. Grazie alla collaborazione dei servizi veterinari dell'ASL lanciano-vasto-chieti la tartaruga in gravi condizioni è stata ricoverata presso il CRTM Luigi Cagnolaro di Pescara gestito dal Centro Studi Cetacei. Purtroppo la tartaruga è morta poco dopo a causa delle gravissime lesioni.
Abbiamo parlato con il biologo marino Sergio Guccione, Segretario del Centro Studi Cetacei, che ci ha spiegato come in 10 giorni gli spiaggiamenti di tursiopi sono stati 2 ed in entrambi i casi c'erano state evidenti interazioni con attività umane. Il primo delfino aveva il tratto respiratorio occluso da una rete, il secondo come abbiamo detto prima aveva il peduncolo caudale legato ad una cima con un dono particolare.

È evidente quindi che c'è un problema di interazione tra attività umane e delfini, poiché in mare le risorse ittiche stanno scarseggiano sempre più e i delfini, pur consapevoli dei rischi, depredano le reti dei pescatori per potersi alimentare. Questo provoca ingenti danni ai pescatori e la morte dei delfini per mano umana.
Qui entra in gioco il progetto europeo Life DELFI di cui l’Area Marina Protetta Torre del Cerrano è partner e al quale collabora il Centro Studi Cetacei, che ha come scopo proprio la riduzione delle interazioni tra delfini e pesca, con una durata dal 2020 al 2024.
"I delfini per alimentarsi possono interferire con le attività di pesca, con il rischio di esser catturati (il cosiddetto bycatch – cattura accessoria o accidentale) e quindi annegare, o di ferirsi gravemente (lesioni o difficoltà nel nuoto) o in maniera letale. I delfini infatti seguono i pescherecci in maniera opportunistica, in quanto reperiscono più facilmente il cibo.
Tuttavia, i delfini vengono visti come nemici/competitori da una parte dei pescatori, che vedono tali animali come fonte di preoccupazione e di minaccia, con ripercussioni di tipo economico dovute alla sottrazione di pesce dalle reti, alla non commerciabilità del pesce predato dai delfini, alla riduzione della performance di pesca (i banchi di pesci spaventati dalla presenza dei delfini possono anche sfuggire alle reti), all’interruzione del lavoro in caso di cattura accidentale e ai danni alle attrezzature professionali.
Per questo motivo nasce il progetto Life DELFI, progetto cofinanziato dalla Comunità europea nell’ambito del Programma Life, che mette insieme enti di ricerca, università, associazioni ambientaliste e aree marine protette nell’intento comune di sviluppare soluzioni e modelli di gestione sostenibili delle interazioni fra delfini e pesca.
Nel Mediterraneo è il tursiope (Tursiops truncatus), protetto dagli allegati II e IV della Direttiva Habitat, a causa delle sue abitudini alimentari opportunistiche e della distribuzione costiera, a interferire maggiormente con le attività di pesca professionale. L’interazione è rilevante in particolare nell’Alto Adriatico, nello Ionio, nel Tirreno meridionale e nella Sardegna. Gli attrezzi da pesca maggiormente coinvolti sono le reti da posta (tramaglio e imbrocco), strascico, volante e cianciolo (reti a circuizione), e a seconda delle diverse aree l’interazione può essere più o meno dannosa per una tipologia di pesca o l’altra. Durante i 5 anni del Life DELFI (dal 01/01/2020 al 31/12/2024) verranno portate avanti attività di ricerca e monitoraggio dei delfini nelle diverse aree interessate dal progetto per studiare le popolazioni residenti e comprendere meglio il comportamento dei delfini nei pressi degli attrezzi e l’entità delle loro interazioni. Il progetto prevede il coinvolgimento dei pescatori con un fitto programma di attività in mare e con corsi di formazione per incentivarli verso attività di pesca sostenibili. Saranno inoltre condotte campagne di sensibilizzazione per coinvolgere un pubblico più vasto sulla necessità di conservare la specie e più in generale il nostro mare." (Progetto - CNR life delfi)
Come si ridurrebbero quindi le interazioni? Grazie e diversi azioni:
La consegna ai pescatori di pingers, dissuasori acustici, e di dissuasori luminosi a led che mantengono i delfini lontani dalle reti.
La consegna ai pescatori di attrezzi da pesca alternativi alle reti, speciali nasse che da un lato non mettono in pericolo i delfini e dall’altro non possono essere depredate dagli stessi.
L’organizzazione di corsi di dolphin watching per i pescatori, che si sono resi disponibili a portare sulle loro barche turisti che vogliono conoscere questi cetacei meravigliosi da vicino e apprendere di più sulla loro natura.
Ci sono molte altre misure che verranno messe in campo nei prossimi anni.
I pescatori che collaborano al progetto Life Delfi hanno dato la loro totale disponibilità e sono ben disposti a modificare le loro strategie di pesca per non arrecare danni ai cetacei e agli animali marini per arrivare ad una convivenza pacifica.

I partner del Life Delfi sono: CNR di Ancona (partner di coordinamento), AMP Torre del Cerrano (Abruzzo), AMP Punta Campanella (Campania), AMP Isole Egadi (Sicilia), AMP Tavolara (Sardegna), Università di Siena, Università di Padova, e le associazioni Legambiente, Filicudi Wildilife Conservation e Blue World Institute (Croazia)