Inquinamento da plastica nel Tevere: situazione e possibili soluzioni

24 giugno 2021 - Ambiente - Commento -

a cura di Valentina Cornacchione e Claudio Sisto

Azioni concrete per un fiume (e un mare) migliore

In questi mesi, durante le riprese del documentario a cui la produzione Photopress - Mondo sommerso sta lavorando, si è visto un progressivo aumento della plastica nelle acque del Fiume Tevere, fenomeno che non solo interessa la fauna e la flora locale, ma anche l'essere umano: dal degrado estetico a quello morfologico, le sponde del Tevere sono state abbandonate a loro stesse, finendo vittime di un'attività umana illecita e altamente inquinante.

Le acque, che scorrono fino al Mar Tirreno, sono costellate di materiali plastici galleggianti. Si possono contare a decine nell'arco di pochi minuti.

Per non parlare degli approdi, naturali ed artificiali, nei quali essi vanno a finire il loro viaggio in attesa di una piena che spazzi via tutto riversandoli sulle spiagge del Lazio e non solo.


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In foto una porzione di ciò che circonda l'imbarco a Ponte Marconi


Dopo mesi a monitorare e denunciare la situazione di degrado ed inquinamento dovuto a materiali nocivi sulle sponde del fiume Tevere e nelle sue acque, l' ASD Calipso ha aperto una collaborazione insieme al brand Ogyre per raccogliere la plastica galleggiante e ricavare, da quel 7% riciclabile rispetto a tutti i materiali plastici in circolazione, qualcosa di buono.


Ogyre

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Fotografia di Ogyre

Ogyre è un brand-mindset che trasforma la plastica raccolta dal mare in prodotti di qualità: costumi da bagno e borracce termiche sono il loro "cavallo di battaglia", portando un messaggio chiaro nelle case di tutti: 

"È il nostro modo di ripensare i modelli di consumo e di business che negli ultimi anni hanno incrinato il rapporto tra uomo e ambiente.

Abbiamo messo la salvaguardia del mare al centro del nostro progetto, con l’obiettivo di ribaltare un paradigma ormai noto: l’uomo che consuma e sfrutta le risorse del pianeta puntando a una crescita illimitata che però la natura non può sostenere.

OGYRE deriva da Ocean Gyres, correnti oceaniche circolari, fondamentali per l’ecosistema, oggi purtroppo note per intrappolare la plastica in enormi isole di rifiuti.  Vogliamo che le Ocean Gyres tornino a essere un circolo virtuoso e vitale per l’oceano.

Per questo abbiamo creato una catena del valore sostenibile e trasparente, che ci permette di raccogliere la plastica dai nostri mari attraverso una rete di pescatori e trasformarla in prodotti. Diamo così la possibilità alle persone di agire direttamente per il mare.

Ogni prodotto acquistato o progetto finanziato si trasforma in un’azione concreta per il mare: la raccolta di rifiuti in plastica.

Senza oceano non c’è vita.

From the ocean, for the ocean."



La collaborazione con l'ASD Calipso

Trovandosi in una comunione d'intenti, consapevoli che il veicolo maggiore d'inquinamento per il mare è il fiume che vi sfocia e che il Tevere è considerato a tutti gli effetti "tratto di mare" e quindi  sotto la giurisdizione della Capitaneria di Porto in quanto navigabile dalla foce fino al centro della Capitale, Ogyre porta anche a Roma il suo attivismo: tramite un grande lavoro di raccolta, smistamento e lavorazione la plastica pescata nelle acque del Pater Tiber verrà riciclata e utilizzata per creare costumi da bagno di qualità. 


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Nelle foto in alto, soli 15 minuti nel tratto di nemmeno 100 metri, si evidenzia come è stata raccolta una quantità di plastica galleggiante preoccupante. 

Il 2050 è vicino, di tempo da perdere non ce n'è, è importante spendere tempo ed energie per curare il Pianeta Terra partendo dal suo bellissimo mare sperando di avere uno "sconto" sul prezzo da pagare in un futuro non molto lontano.



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