La pulizia dei Mari parte dai Fiumi

07 marzo 2021 - Ambiente - Commento -

a cura di Claudio Sisto

Aniene, il cugino "cattivo" del Tevere

Dopo una telefonata con un amico “fiumarolo” anche lui, che si dedica da anni all'attività di Rafting tra Aniene e Tevere attraverso la sua Associazione Sportiva, abbiamo condiviso un pensiero unico e sicuramente da prendere in considerazione da parte di tutti gli enti che gestiscono la “salute” dei fiumi romani.


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In foto la ASD Roma Adventure in collaborazione con Insieme per l'Aniene e l'Ass. "il Ranch" di Carmine Verticchio, che hanno effettuato la discesa di monitoraggio sull'Aniene


Giorni fa Gian Piero Russo ha effettuato un monitoraggio sulla condizione del fiume Aniene dal Ponte del GRA fino alla foce nel Tevere (Salario), constatando di persona che la condizione attuale del Teverone (cosi veniva chiamato l'Aniene dai romani) è pessima. Le stesse condizioni che si avvistano nel Tevere, ovvero montagne di plastica incastrata tra i rami degli alberi che costeggiano le sponde, tonnellate di rifiuti accumulati dai campi abusivi che insistono sulle sponde tra la Frazione di Lunghezza fino Alla foce nel quartiere Salario.


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Gli alberi pieni di plastica lungo il fiume Tevere, marzo 2021

Una cosa è certa: non ci vuole una scienza particolare per capirlo, ma l'Aniene violentato, restituisce al Tevere quello che ingurgita giornalmente e parliamo di quantità infinite di plastica e rifiuti di ogni genere. 


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Sia il Tevere che l'Aniene prima di incontrare l'urbanizzazione cittadina risultano essere fiumi puliti e curati, lo scandalo vero comincia quando essi entrano in contatto con l'antropizzazione scandita dalla massiccia presenza di infrastrutture lungo gli argini fluviali, che invece dovrebbero essere liberi da ogni intervento umano. Tutta la violenza dell'inquinamento massiccio e devastante che turba il Tevere, in buona parte, arriva dall'Aniene. Infatti, come dimostrato da numerose inchieste fotografiche e videografiche effettuate dalla nostra redazione, questo fenomeno si sta rendendo odioso ed incomprensibile. Più ci si addentra nei tratti urbani percorsi dai fiumi Capitolini e più si nota una situazione che ha dell'incredibile. Alberi incartati da buste di plastica di ogni grandezza, sponde con discariche a cielo aperto che corrispondono ad un accampamento abusivo limitrofo, prelevamenti di acqua per irrigare orti fai-da-te, tubazioni che rilasciano acque maleodoranti che non si capisce da dove provengano.

Insomma una cura decisiva del Tevere dovrebbe passare per l'Aniene, ma troppo spesso viene dimenticato e scartato, dando colpe ad altri fattori che invece non sussistono.

Ricordiamo il fenomeno dei frigoriferi che qualche anno fa divenne un occasione per riempire pagine di cronaca, che abbandonati sulle sponde dell'Aniene in località “Lunghezza”, vennero catturati da una piena e trasportati fino al Tevere e di conseguenza verso il mare. Una quantità spaventosa di frigoriferi che destò anche l'attenzione di alcuni Giudici che aprirono un inchiesta. Quella discarica abusiva regalò tanta plastica a tutto il sistema idrico fluviale per poi giungere in mare ed alimentare la mostruosa e micidiale quantità di materiale plastico delle nostre coste e fondali marini.


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Possiamo passare secoli a discutere su interventi migliorativi degli argini Tiberini, ma se non conosciamo le condizioni reali della situazione che rende i nostri corsi d'acqua delle sterili discese acquatiche, non credo si possa parlare di miglioramento nella sua totalità.  

Il Tevere muore letteralmente lì dove si incontra con l'Aniene. Una morte che potrebbe essere evitata rivitalizzando gli interventi conservativi lungo tutta l'area che interessa tutti i fiumi ed i fossi che sfociano nel Biondo.  


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Vi starete chiedendo perché su un Magazine di subacquea e mare parlo di fiumi inquinati. Purtroppo è ormai sotto gli occhi di tutti che una buona fetta di inquinamento proviene dai fiumi che attraversano i centri urbani.


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La spiaggia di Ostia, gennaio 2021

Nessuna amministrazione fino ad oggi si è mai prodigata nell'attuare dei piani emergenziali per fermare questo fenomeno. Si assiste a timidi interventi gestiti in modo discontinuo e lontano da quello che invece dovrebbe diventare la normalità, ovvero curare l'ambiente fluviale in tutta la sua complessità, con azioni che contrastino tutto quello che devasta i fiumi ed i fossi.

Quello a cui assistiamo durante le immersioni sotto costa è triste e noto a tutti e tutte coloro che praticano la subacquea e per attività ricreative che professionali. 

La consapevolezza della visione di ciò che si sta generando nei nostri mari deve essere divulgato a 360° , portato in tutti i luoghi che essi siano scuole o siano semplici comunità, al fine di responsabilizzare e rendere consapevoli più persone possibili, a tal punto di far diventare materia disciplinare scolastica la consapevolezza di ciò che arreca questo sistema sociale all'ambiente che precipita ogni giorno in un punto di non ritorno per le generazioni future.

Se non prendiamo provvedimenti seri saremo costretti a vivere in un pianeta sterile, soffocato dalla plastica e destinato all'estinzione totale.


Video Youtube Tevere: la pulizia dei Mari parte dai Fiumi

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