La "photographie sous-marine" di Louis Boutan
Valentina Cornacchione / FRA - Fronte di Resistenza Analogica
Louis Boutan non è un fotografo ma un biologo impegnato nello studio dei molluschi nel loro ambiente naturale. Dopo la laurea alla Sorbona comincia a lavorare presso il laboratorio Arago di Banyuls-sur-Mer, nel sud della Francia, uno dei primi centri di ricerca costruiti sul mare e dedicati espressamente alla biologia marina.

Baie des Elmes 1898, Louis Boutan, archives Laboratoires Aragole
Siamo nell'ultimo decennio del XIX secolo, nella Francia delle sperimentazioni fotografiche e in questo contesto Boutan comincia a ragionare sulla possibilità di documentare fotograficamente i contesti sottomarini che fino a quel momento erano stati solo descritti dagli studiosi mediante i resoconti delle immersioni. Grazie all'aiuto del fratello ingegnere, Auguste, e del suo assistente Joseph David, un geniale meccanico, Louis Boutan comincia ad effettuare le sue immersioni utilizzando una custodia stagna contenente una macchina fotografica del tipo “detective”, un apparecchio a box dotato di 10 lastre formato 9 x 12, a fuoco fisso, diaframmi regolabili e tre tempi di scatto: fisso, lento e veloce.

Louis Boutan, esperimenti di fotografia sottomarina
Apparecchio fotografico "detective", archivi Laboratori Arago
Grazie a questo strumento a partire dal 1892 Boutan comincia a scattare immagini in ambiente sottomarino ma si rende conto che per ottenere qualche risultato è necessario trovare una soluzione capace di compensare l'insufficienza luminosa sottomarina che rendeva impossibile impressionare a dovere le lastre fotografiche.

Apparecchio fotografico da immersione e anemone
Decide quindi di studiare un sistema di illuminazione artificiale portando sott'acqua la luce necessaria e mette a punto un flash al magnesio costituito da una campana di vetro al cui interno viene inserita una lampada a spirito collegata a un serbatoio e a una botticella zavorrata, riempita di una miscela di aria e ossigeno destinata a garantire la continuità della fiamma.

Louis Boutan in posa davanti lo strumento per illuminare il fondale

Immagine esemplificativa del funzionamento dell'apparecchio fotografico subacqueo di Boutan e della lampada al magnesio per illuminare il fondale.
Pur nella sua artigianalità il sistema funziona e la luce prodotta dal magnesio, permette a Boutan di impressionare le lastre e di ottenere le prime vere fotografie subacquee, scattate fino a 9 metri di profondità davanti a una prateria di posidonie che diventano il primo soggetto immortalato in ambiente sottomarino, e che renderanno famoso l'autore facendo di lui il padre della fotografia subacquea.

Joseph David in immersione fotografato da Louis Boutan (1898)
Nel 1899 Boutan arriverà ad effettuare delle riprese a cinquanta metri di profondità con illuminazione elettrica e nel 1900 raccoglierà tutte le sue esperienze in un testo storico intitolato “La Photographie sous-marine”, in cui scrive «Ho aperto la strada... Ad altri il compito di seguirla, di battere nuove vie e di arrivare a compimento».

Frontespizio del volume La photographie sous-marine di Louis Boutan, Parigi 1900

Louis Boutan, 1893
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