Profondiste d'eccellenza: le anguille

03 marzo 2021 - Ambiente - Commento -

a cura di Valentina Cornacchione

Dalle grandi profondità ai nostri fiumi

Una specie antica 100 milioni di anni (esisteva già ai tempi dei dinosauri) sta rischiando di sparire per sempre dal nostro Pianeta. L'anguilla.

Dagli anni '80 c'è stata una drastica diminuzione di questo animale a causa della pesca intensiva e abusiva, pari al 90%, e dal 2014 è stata dichiarata una specie a rischio d'estinzione. Insomma, se non ce l'ha fatta il meteorite a farle estinguere, ci pensiamo noi umani.

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l'Anguilla Anguilla, fotografia iStock


Eppure, se è riuscita a resistere per tutto questo tempo, è stato grazie alla sua grande capacità di adattamento. Dall'acqua salata a quella dolce e viceversa, dalle profondità abissali ai nostri fiumi, l'anguilla ha una storia importante quanto ancora misteriosa.

Tutto inizia nel "punto X"

L'anguilla nasce nel nulla del Mar dei Sargassi, nel pieno Oceano Atlantico. Ancora non si sa perché questi animali scelgano proprio quel posto per nascere e deporre le uova. I piccoli (detti prima ceche e poi ragani) una volta nati migrano facendo il percorso dei genitori a ritroso (dal mare ai fiumi/laghi), impiegando circa tre anni. Percorrono così dai 15 ai 40 chilometri al giorno per un totale di 6 mila chilometri. 

Si ipotizza che in un primo momento i piccoli si facciano trasportare dalla corrente, per poi muoversi autonomamente una volta cresciuti abbastanza ripercorrendo senza problemi le orme dei genitori. C'è dell'incredibile in tutto ciò, ancora la scienza non è riuscita a spiegare come facciano. Forse è piacevole pensare che, abitando i mari del Pianeta per tutto questo tempo, conoscano per filo e per segno le acque in cui vivono, ma in un modo diverso da come le conosciamo noi.

I piccoli quindi lasciano l'acqua salata per maturare e crescere nell'acqua dolce. Dopo una 15ina di anni (in media vivono dai 15 ai 20 anni, ma a volte possono arrivare anche a 80 anni), tornano nel misterioso Mar dei Sargassi per riprodursi.

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Anguilla Anguilla, foto iStock

La riunione di famiglia

L'anguilla, durante il suo viaggio di ritorno, non si nutre abbastanza. Il suo scopo è raggiungere il luogo dove tutto ha avuto inizio per continuare la sua specie, come avevano fatto i suoi genitori anni e anni addietro.

Qui, udite udite, l'anguilla europea si incontra con quella americana e quella africana. Si ritrovano tutte insieme da dove tutto è iniziato, deponendo da 1 a 6 milioni di uova a circa mille metri di profondità. Anche qui, non si sa come facciano. Ci sono diverse ipotesi, ma ancora nessuno è riuscito a seguire la vita di un'anguilla, dalla nascita alla morte. Ci sono andati vicini però i ricercatori dell’Università delle Hawai’i a Mānoa, filmando i fondali dell’area marina di Clarion-Clipperton, molto al largo delle stesse Hawaii.

Si tratta di abissi che solo apparentemente sembrano isolati e che possono arrivare a più di 3000 metri sotto il livello del mare. Proprio in questa oscurità i ricercatori dell’università hawaiana sono riusciti a scattare le incredibili foto di un banco enorme di 115 anguille della specie Ilyophis arx. Si tratta di una zona abissale relativamente sconosciuta e poco campionata ma i ricercatori sono convinti che le trivellazioni del fondale e le estrazioni minerarie potrebbero causare danni incalcolabili ad ecosistemi che probabilmente neanche si conoscono. Al momento non è ancora chiaro se queste anguille siano effettivamente residenti permanenti a queste profondità oppure siano state attratte dal cibo mentre si trovavano a profondità superiori ma i ricercatori credono che questi animali frequentino le zone intorno alle montagne sottomarine. In ogni caso si tratta di uno di quegli studi che mostrano quanto poco ancora conosciamo delle profondità dei mari e dei loro habitat.

L'animale e l'uomo

Ad oggi l'anguilla si riesce ad allevare ma non a far riprodurre in cattività. Considerato questo aspetto cruciale, è assolutamente necessario renderle libere per far sì che la loro vita possa continuare. E' altresì importante, per il loro ciclo vitale, che i fiumi e i laghi siano liberi sia in rimonta che in discesa da elementi di frammentazione come briglie, dighe, centrali idroelettriche. Solo così potremo far circolare questo strano e misterioso animale nelle acque di tutto il mondo, come ha sempre fatto dalla notte dei tempi. 

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