Umberto Pelizzari, l'uomo che si immerge nel "suo mare"

10 agosto 2021 - - Commento -

Di Valentina Cornacchione, Claudio Sisto foto e testi da sito  Umberto Pelizzari

"Ogni sensazione galleggia dentro nuove forme. Resta soltanto l'anima"

Chi nel 2003-2006 era piccolo/a e amante della natura lo ha conosciuto grazie al programma televisivo divulgativo "Sai xChé? - "Vedere, conoscere e capire il mondo"", Umberto Pelizzari è entrato nel cuore e nelle menti delle persone sia per la sua professionalità e simpatia che per la sua carriera sportiva a contatto con il mare.

Umberto è nato il 28 agosto 1965 a Busto Arsizio, in provincia di Varese.


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Fotografia di Matthias Ghem


Alto m 1,89 per 84 Kg di peso, vanta una capacità polmonare di 7,9 litri. Stabilisce il suo primo record mondiale di apnea profonda in assetto costante il 10 Novembre del 1990, a Porto Azzurro, Isola d’Elba: Umberto stupisce tutti ottenendo, al suo esordio in questa difficile disciplina, il nuovo record mondiale di immersione in apnea in assetto costante toccando la quota di -65 metri e battendo di 3 metri il record stabilito da Pipin Ferreras appena due mesi prima.

Questa data costituirà l’inizio di una sfida “all’ultimo respiro” tra questi due atleti che monopolizzeranno il mondo dell’apnea per i successivi 15 anni. Nel settembre del 1991 all'Elba, conquista tutti i record di immersione in apnea: il 3 ottobre scende in assetto costante a -67 metri migliorando di 2 metri il suo precedente limite e il 22 dello stesso mese ottiene anche il record mondiale di immersione in apnea in assetto variabile toccando i -95 metri e migliorando quindi di tre metri il primato conquistato da Pipin nel settembre '90 a Milazzo. Il 26 ottobre, consegue il suo terzo trionfo mondiale in un mese, conquistando con -118 metri anche il record assoluto di immersione apnea.


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Umberto Pelizzari alla vittoria del record di assetto costante

"Da 0 a 100 metri e poi ancora più giù, a precipizio negli abissi: le pulsazioni rallentano, il corpo svanisce, ogni sensazione galleggia dentro nuove forme. Resta soltanto l'anima. Un lungo tuffo nell'anima che sembra assorbire l'universo. Ogni volta risalire è una scelta: sono io che torno a riappropriarmi della mia dimensione umana, metro dopo metro, per venire di nuovo alla luce. Spesso mi chiedono cosa c'è da vedere laggiù. Forse l'unica risposta possibile è che non si scende in apnea per vedere, ma per guardarsi dentro. Negli abissi cerco il mio io. E' un'esperienza mistica, ai confini col divino. Sono immensamente solo con me stesso, ma è come se mi portassi dentro tutta l'essenza dell'umanità. E' il mio essere umano che supera il limite, che si cerca fondendosi col mare, che si immerge in se stesso e si ritrova."


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I suoi record:

Il 17 settembre 1992, a Ustica, Umberto riconquista con -70 metri il record mondiale di immersione in apnea in assetto costante che gli era stato strappato il 27 maggio dello stesso anno da Pipin.

L'11 ottobre 1993, al largo di Montecristo, stabilisce un nuovo primato in assetto variabile "no limits" scendendo a -123 metri.

Il 24 luglio 1994, a Cala Gonone, in Sardegna, Pelizzari conquista il nuovo record mondiale di immersione in apnea in assetto variabile regolamentato scendendo a -101.

Nel 1995, durante una serie di test medici, condotti dall'equipe del Prof. Piergiorgio Data, presso l'Università di Medicina del Nuoto di Chieti, dopo otto minuti di ventilazione ad ossigeno, Umberto Pelizzari trattiene il fiato per l'incredibile tempo di 19'56'': la scienza è incredula!

Nel luglio 1995, a Villasimius in Sardegna, ottiene due nuovi record mondiali: -72 metri in assetto costante (16 luglio) e -105 metri in assetto variabile regolamentato.

Nel 1996, sempre a Villasimius, mette a segno un'altra doppietta mondiale: il 9 settembre con -110 m riconquista il primato nell'assetto variabile e il 16 con -131 m strappa a Pipin quello nell'assetto variabile "no limits”.

Il 13 settembre 1997, a Porto Venere in Liguria, si riappropria del record in assetto costante con la profondità di -75 metri, battendo quello del cubano Alejandro Ravelo (-73 metri) e il 20 settembre, scendendo a -115 metri, riconquista il variabile strappandolo allo stesso cubano (-111 metri). 

Il 12 settembre 1998, durante una singolare esibizione nella quale Umberto Pelizzari emula le gesta di un pescatore di spugne greco Georghios Haggi Statti, l'atleta ha raggiunge i -100 metri in un tempo di 2'43'' senza muta nè pinne, aiutandosi nella discesa con una pietra di poco più di 7 Kg. 

Il 1999 vede Umberto Pelizzari ritornare protagonista sulla scena delle competizioni a livello mondiale. Il 18 Ottobre, al largo di Portofino, Pelizzari stabilisce il nuovo primato mondiale di Apnea in Assetto Costante a - 80 metri, superando di 4 metri il limite precedente detenuto da Alejandro Ravelo. 

Il 24 ottobre, col supporto tecnico di Nave Anteo (Marina Militare Italiana), Umberto si cimenta in un’impresa storica nel mondo della subacquea e della medicina: - 150 metri in assetto variabile No Limits. Con un’immersione da 2’57", Pelizzari tocca il limite mai raggiunto dall’uomo in apnea, abbattendo il precedente record di ben 12 metri. 

Nel 2000 Umberto Pelizzari è impegnato nella realizzazione del film IMAX dal titolo OceanMen, che racconta la sua storia in parallelo con quella di Pipin.

Nell'Ottobre del 2001 con la Nazionale Italiana, Umberto, insieme a Davide Carrera e Gaspare Battaglia, conquista la medaglia d'oro al Campionato Mondiale di Apnea per Nazioni. 

Il 3 Novembre, nelle acque di Capri, conquista il nuovo primato mondiale di apnea in assetto variabile regolamentato con -131metri. Umberto dedica questo ultimo record a tutti coloro che in questi undici anni d'attività agonistica gli sono stati vicini e decide di ritirarsi dalle competizioni con i tre record nelle tre specialità dell’apnea.


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"Il sub si immerge per guardare, l'apneista per guardarsi dentro. Quando sono nel blu, cerco di vedere e scrutare il più lontano possibile. Con lo sguardo vorrei andare oltre, dove non lo so, ma oltre. Mi basterebbe scorgere il punto in cui arriverò, ma non ce la faccio! Sembra quasi che i raggi del sole mi vogliano dare un aiuto: rompono la superficie e si insinuano prepotentemente nell'abisso. Mi indicano la direzione, mi invitano a seguirli. Posso vincere una sfida con me stesso, con un avversario, ma il mare vincerà sempre la sfida con l'uomo. Non sono io che vinco il mare, è il mare che mi lascia vincere. Divengo tutt'uno con il mare. So di essere un uomo, che deve respirare: ma sento di non averne bisogno. Il cuore batte pianissimo: un battito ogni sette secondi; otto o nove pulsazioni al minuto. I polmoni sono poco più grandi di una mela, un pugno chiuso. All'uscita da ogni tuffo profondo mi faccio il segno della croce. Prima della discesa era per chiedere, ora è per ringraziare. Il mio primo respiro nel riemergere dal fondo del mare, è come il primo respiro fatto quando sono uscito dal ventre di mia madre.

Un vecchio proverbio eschimese dice :"Quando un uomo parte per un paese straniero e lascia la sua terra, porta con se la moglie e il suo cuore, ma abbandona le armi e le leggi del suo popolo per accettare quelle del paese in cui va." E' in questo modo che si deve concepire l'avvicinamento al mare. Il mare non è un territorio da conquistare, un confine da varcare. Il mare è un elemento amico."….ti ho visto in mare oggi. Complimenti. Mi piace molto come vai sott'acqua. Sono solo un vecchio pescatore, ma permettimi di darti un consiglio. Ricordati che si può andare sott'acqua in due modi." Così dicendo raccoglie un pezzetto di corallo e lo getta in mare; poi da una mezza noce di cocco fa colare in acqua il latte di questo frutto: "Vedi, corallo e cocco adesso sono insieme nell'acqua. Però il corallo resta corallo mentre il latte di cocco ora è mare: quando vai sott'acqua non devi fare come il corallo ma come il latte di cocco. Quando ti immergi in apnea non devi contrapporti al mare, non dovete esserci tu, il tuo corpo, la tua pelle e il mare, ma ogni componente del tuo essere deve divenire tutt'uno con l'acqua."

I delfini sorridono perché quando Dio ha creato la terra e l'ha popolata, ha creato anche il mare e ci ha messo dentro i suoi abitanti: pesci e mammiferi marini. Poi ha fatto una grande tavolozza per colorare tutti i pesci, e ha dipinto di azzurro e di argento gli animali più grandi. Ma quando è giunto il turno del delfino, Dio si è accorto di aver terminato i colori. Allora ha detto: "Voglio rimediare: il delfino non ha i colori ma sarà l'unico abitante del mare in grado di sorridere".


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Pelizzari è attualmente impegnato come giornalista e reporter televisivo in programmi di divulgazione scientifica e sull'ambiente marino. Ha creato la scuola Apnea Academy per la diffusione, la didattica e la ricerca dell'apnea subacquea a livello mondiale. Collabora come formatore e docente per i G.I.S. (Gruppo di Intervento Speciale), il reparto d'élite dell’Arma dei Carabinieri. E' stato nominato dal Ministero degli Interni quale componente del corpo docenti dei corsi per sommozzatori dei Vigili del Fuoco.

Dal 2006 è Docente presso la Scuola Normale Superiore S.Anna di Pisa, al Master di secondo livello di Medicina Subacquea ed Iperbarica. Da settembre 2013 Umberto è Docente del master in medicina subacquea ed iperbarica del Consorzio Universitario di Trapani, polo didattico dell'Università di Palermo.


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"Mayol mi disse: "Se vuoi immergerti con me, rinuncia a tutto quello che attiene alla tua personalità umana, togliti il profondimetro, l'orologio. Non devi avere altro obiettivo che questo: ogni volta che ti immergi, che raggiungi il fondo del mare, devi assaporare sensazioni di piacere un po' più forti e un po' più belle di quelle che hai avvertito la volta precedente, nel tuo ultimo tuffo. Devi penetrare fino in fondo nelle tue sensazioni e, per farlo, devi smettere di interessarti al numero di metri in profondità o di secondi di apnea.


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Umberto Pelizzari e Jacques Mayol

Osserva i delfini il più possibile. Seguili, ascoltali, imitali. Impara da loro a vivere nell'acqua."

Quando sono immerso nell'acqua, si verificano fenomeni straordinari che hanno ripercussioni a livello fisico e mentale. L'acqua diventa qualcosa di magico: so di essere un uomo, di dover respirare, ma riesco a non avvertirne il bisogno.

Nell'apnea coesistono situazioni opposte. Il duro sacrificio e lo sforzo intenso dei periodi di allenamento fisico, contrapposti al piacere e alle emozioni di una nuotata con i delfini o di una discesa lungo una parete di corallo. La determinazione e il desiderio di battere un avversario contrapposti alla sfida con se stessi. L'agonismo e l'apparente assenza di competitività. Umiltà e presunzione. Rilassamento e determinazione. Gioia, allegria e spensieratezza, ma anche feroce tenacia e implacabile costanza. Tutto questo è l'apnea.

Scendo negli abissi per vedere quanto è profondo il 'mio mare', mi immergo in apnea per provare sensazioni ed emozioni che altrimenti non potrei sentire; non so che cosa mi spinge laggiù, e neanche mi interessa scoprirlo: è così bello che continuerò a farlo finché il fisico me lo permetterà."…Sai cosa bisogna fare per vivere nel modo delle sirene? Devi scendere in fondo al mare, molto lontano, così lontano che il blu non esiste più, laddove il cielo non è che un ricordo. E quando sei là, nel silenzio, ti fermi, e se decidi che vuoi morire per loro e restare con loro per l'eternità, allora le sirene vengono verso di te, a giudicare l'amore che offri. Se è sincero, se è puro, allora ti accoglieranno per sempre…" dal film Le Grand Bleu.


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