Prima che i veleni arrivino in mare

08 agosto 2021 - Ambiente - Commento -

testo di Valentina Cornacchione e Claudio Sisto, fotografie di Valentina Cornacchione

Poco prima del mare, sotto e sopra la superficie, un cimitero di plastica

Nonostante questa sia una rivista che parla e si occupa soprattutto di subacquea e di mare, non bisogna dimenticare ciò che viene prima: i fiumi.

L' Associazione Sportiva Dilettantistica Calipso, insieme ai volontari del distaccamento fluviale di Protezione Civile DOES, questa mattina hanno compiuto l'ennesima pulizia nel fiume Tevere.

Photopress - Mondo Sommerso ha raccolto fotografie e testimonianze dell'accaduto.

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Il Tevere è un fiume tanto magico quanto martoriato dall'incuria umana, vedendo alterare la natura e le rive con insediamenti illegali e lo scarico di materiali. Sono state molte e continue le segnalazioni sul suo deprimente stato in molti tratti, venute negli anni da cittadini, giornalisti, volontari, associazioni sulla gravità della situazione tiberina;

talora, oltre a non ricevere risposte ad hoc e adottare reali interventi di risanamento, di fatto, si percepiva come non molto apprezzata l'azione informativa o di denuncia delle situazioni più critiche del fiume o peggio, del suo degrado.

Ciò che spinge le persone civili a prendersi cura del fiume Tevere è soprattutto l'idea che quello che transita e si incastra nel fiume, oltre ad arrecare un gravo danno locale alla fauna, flora e navigazione, prima o poi andrà inevitabilmente in mare.

I rifiuti di plastica ormai costituiscono più dell'80% dell'inquinamento marino, e triste testimonianza di tutto questo, oltre i poveri animali marini incastrati nelle reti e/o con buste di plastica nell'apparato digerente, lo sono i ritrovamenti di immondizia nel fiumi, confermati il vettore maggiore di inquinamento dei mari.

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L'operazione di pulizia è andata avanti per circa un paio d'ore, trovando non poche difficoltà a raggiungere la plastica ormai depositata da tempo in uno dei luoghi più utilizzati dai turisti che vogliono imbarcarsi nel cuore della Capitale per arrivare al mare o ad Ostia antica. 

La barca, riempita di plastica in poco tempo, non è riuscita a spostarsi per la quantità di plastica compattata in superficie e sott'acqua.

Inoltre vengono segnalati la presenza da qualche settimana di alcuni sacchi neri, legati e buttati nel fiume. Oggi sono stati aperti, trovandoci indumenti sportivi, bottiglie di plastica, flaconi per la pulizia della casa e anche scarpe di marca. Dal tipo di materiale ritrovato nei sacchi neri, ispezionando e perdendoci tempo, potrebbe essere possibile anche farsi un'idea di chi potrebbe aver compiuto un gesto simile.

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I cittadini e le associazioni sono stufi ed avviliti nell'assistere ad una scena simile, protratta da settimane, mesi, anni. Oltre al cattivo odore che rifiuti di questo tipo possono emanare, c'è da considerare anche un rischio sanitario: appurato che la plastica deteriorata ingloba, grazie alla sua porosità, agenti chimici nocivi che vengono rilasciati nell'organismo di chi li ingerisce involontariamente, si potrebbe parlare di un vero e proprio ecocidio

L’ecocidio è un crimine contro l'ambiente e, di conseguenza, contro gli esseri umani. Il termine copre i danni diretti causati alla terra, al mare, alla flora e alla fauna all’interno degli ecosistemi colpiti nonché l’impatto che ne deriva sul clima. Il danno non è solo ambientale, può essere culturale, psicologico ed emotivo ed interessare le comunità stesse, specialmente quando lo stile di vita di una comunità è profondamente connesso all’ecosistema colpito.

Ad oggi, non c’è una legge di protezione dell'ambiente che sia giuridicamente vincolante a livello internazionale. Questo significa che gli individui, i gruppi e le aziende, per la sola ricerca del profitto, possono distruggere ecosistemi e comunità senza timore di essere perseguiti. I singoli paesi hanno leggi e regolamenti ambientali, locali e nazionali, ma questi vengono regolarmente violati. Il fiume Tevere, in questo caso, ne è una prova inconfutabile.

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Fortunatamente, come abbiamo detto in qualche articolo fa, sono molte le associazioni, cooperative e le startup pronte a denunciare questo degrado e a riparare a questi danni riciclando più materiale plastico possibile. 

Il risultato della giornata di oggi è stata una barca piena di immondizia, tre bustoni colmi, e ancora tanto lavoro da fare per un fiume - mare e civiltà migliore.


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